sabato 2 maggio 2015

a Gigi


Tutti i personaggi di Kurosawa son come quelli di [Dostoevskij]. Vorrei dire che c'è un incontro, un bell'incontro. Se Kurosawa può adattare Dostoevskij, sicuramente è perché lui dice, "io condivido una preoccupazione con lui, abbiamo un problema comune; quale esatto problema." I personaggi di Kurosawa sono nella stessa esatta situazione. Loro sono coinvolti in situazioni impossibili.  "Ah, sì. C'è un problema urgente, ma io debbo spere quale sia il problema più urgente." Forse Ikuru è uno dei film di Kurosawa che va più lontano in questo senso, ma tutti i film di Kurosawa vanno in questa direzione. I sette samurai è molto forte per me. Questo perché tutto lo spazio di Kurosawa dipende sulla necessità, e cioé su una sorta di spazio ovale che è ricoperto interamente dalla pioggia: infine nulla potrebbe impiegare così tanto tempo perché là noi curveremmo ancora il limite dello spazio- tempo. I personaggi de I sette samurai son presi da urgenti situazioni. Devono provvedere alla difesa del villaggio, ma sono presi anche da una questione più profonda. C'è una questione più profonda riguardo tutto ciò. Questa questione sarà enunciata dal capo dei samurai, verso la fine del film quando lui chiede: "Cos'è un samurai? Cos'è un samurai non in generale, ma in questa epoca?". A chi se non a qualcuno di loro serve uno scopo, un nobiluomo che non più a lungo abbiamo usato, e i contadini che sapranno come difenderli senza nessuna assistenza - e durante il film, a dispetto dell'urgenza della situazione, i samurai sono perseguitati  da questa questione che è degna de L'idiota - qual'è la domanda dell'idiota: "Noi samurai, chi siamo?". Questo è. 

Gilles Deleuze, Cos'è l'atto creativo?
     

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