domenica 12 ottobre 2014

osteria Sottovento



















Silvio D'Arzo

L’osteria più che un luogo è un’atmosfera, un crocevia di attese che sfumano in altre attese; è uno schermo grigio su cui scorre uno spettacolo di malinconia ferita e velleitariamente ribelle, contraddetta solo dalla corposità offensiva dell’oste panciuto e dalla lancinante nudità dei passeri infilati nello spiedo dell’operosa cucina; intorno, tra gli avventori, dilaga l’inanità del gesto – il pugno battuto sul tavolo – che dovrebbe far esplodere la ribellione e si accascia, invece, nell’inguaribile stordimento, tra pioggia che scroscia, vino che scorre, voci di canto (sempre la stessa canzone ribalda di piratesca memoria “... ed una pinta di rum”) e inquieti presentimenti.

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