Ma
la vecchiezza è una Roma
senza
burle e senza ciance,
che
non prove esige dall'attore,
ma
una completa autentica rovina
Boris Pasternak, In
morte di Majakovskij
Adesso,
va bene tutto,
anzi,
non va bene niente.
Questo perchè, fino a prova contraria,
sanità cancrena e metastasi,
non mi paiono sinonimi, ma contrari!
E si rilegga il dizionario, la Signora Cauzzi!
Sano, un teatro che riceve 1.000.000 di euro di finanziamenti all'anno e ripropone ogni stagione la stessa minestra trita e ritrita, certo più che sano, lo definirei in via di decomposizione.
D'altronde, in una città dove gli unici due cinema del centro,(erano tre, il Tognazzi chiuso da un anno), sono destinati alla chiusura, non ci si stupisce che l'ipocrisia imperi, così come il riso abbondi sul volto degli stolti!
Anche la Lirica, eccellenza cremonese d'un tempo, Cremona la città dei violini, sta scritto, su un cartellone luminoso sulla SS Paullese, ebbene sì, stonati!
Niente da dire sulla stagione concertistica, ma che per ascoltare un'opera decente ci si debba spingere a Parma o a Canneto sull'Oglio, che per noi è come dire Vladivostok, è davvero una cosa ignominiosa!
Ho frequentato la stagione lirica del Ponchielli per due anni, ma lasciamo perdere!
Che a mala pena si salvi un'opera su cinque o sei, un abominio...
Per non parlare della prosa, e in effetti, cosa si pretende, da un paese, il Bel Paese, che a parer mio è solo il nome d'un formaggio da anni, il cui organo principale che gestisce tutti i teatri d'Italia sia retto da un ex dirigente del Mc Donald?
E dove sono le varie Societas Raffaello Sanzio, Teatro Valdoca, La Fura del Baus, Nekrosius etc.
che un teatro, sempre nel cremonese ma con meno finanziamenti, come quello Comunale di Casalmaggiore ha ospitato, oltretutto a prezzi modici e accessibili, che sono anche del Ponchielli, ma piuttosto di spendere otto euro per la spazzatura, vado a buttarla gratis fuori da casa!
Situazione, questa che si riflette su altri eventi culturali locali, come il passato Festival Corde dell'Anima e l'attuale et in corso Festival di Mezz'estate, che si fanno rimbalzare gli stessi nomi di attori e cantanti e quest'ultimo, con prezzi tutt'altro che modici!
Alla faccia d'un'ipocrisia nell'ipocrisia d'uno spread che a detta di giornalisti, economi e presidentessi dei miei stivali, impera in questo periodo nel nostro paese.
Tutt'altro che sana,
quindi la sua situazione,
men che meno quella del teatro Ponchielli, che arranca come un argano inceppato, in attesa, Giacobbe eliotiano, della sua venuta putrescenza definitiva.
Paolo Bonini
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