In mezzo al buio, all’oscurità, alle tenebre. È qui che ci troviamo. Nel nero che ci pervade, ci avviluppa, ci circonda. Fuori e dentro di noi. Davanti ai nostri occhi spalancati, l’abisso scavato dal pensiero raziocinante. Ogni giorno con la sua nuova catastrofe: un ecocidio, una guerra, un genocidio, lo sterminio generalizzato del vivente reso più possibile e tollerabile dalla formattazione algoritmica delle coscienze, garanzia di servitù volontaria. Nero come la morte. Ma dietro ai nostri occhi dischiusi, l’infinito squarciato dal desiderio. La folle scommessa di riaccendere la vita disobbedendo a norme, disertando ruoli, negando forme e apparenze del reale. Reclamare libertà civili porta a strisciare nelle istituzioni — ma la libertà è un salto nell’ignoto. Nero come l’anarchia. In mezzo al buio, all’oscurità, alle tenebre. Laddove, per cautela o discrezione, non si sbraita — si sussurra. Parole sconosciute, difficilmente afferrabili, che non acconsentono a farsi complici della propria epoca.
(da Andrea T. )
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