1. L’emergenza come selezione di configurazioni dominanti: Nella coscienza, come in un sistema complesso, non tutto ciò che esiste è percepito, e non tutto ciò che è percepito orienta il pensiero.
Le idee che emergono sono quelle che, attraverso connessioni multiple, costruiscono una coerenza interna al campo di coscienza: si impongono non per la loro verità, ma per la loro centralità dinamica.
Questa dinamica produce strutture di pensiero dominanti: visioni del mondo, assiomi culturali, morali, estetici che si installano come centri di gravità.
2. Il pericolo dell’assolutizzazione: Queste strutture, nate da una fase specifica, da un insieme locale di esperienze e codifiche, finiscono per essere trattate come universali e atemporali.
È il destino dell'ideologia: una forma emergente che si scorda di essere emersa, e si presenta come fondamento immutabile.
Es.:
Il dualismo cartesiano è nato da una certa visione della separazione tra mente e materia, funzionale alla scienza moderna.
Ma è diventato un dogma.
Il liberalismo economico è emerso come risposta a contesti precisi, ma è diventato legge naturale.
Anche nel linguaggio interiore: “sono fatto così” è l'assolutizzazione di una forma emergente del sé.
3. La coscienza è stratificata e processuale: Una visione più ampia riconosce che la coscienza non è fissa, ma stratificata, mutevole, attraversata da continue micro-emergenze.
Ogni contenuto che domina oggi può essere decentrato domani, se cambia la risonanza interna o la rete di connessioni.
4. La funzione critica della coscienza riflessiva: Il ruolo della filosofia (e della spiritualità, dell’arte, della scienza vera) è quello di riconoscere le forme dominanti come emergenze, non come leggi.
Di rimettere in gioco l’origine delle convinzioni. E aprire il sistema.
DETTO TRA NOI ANIMALI: FACCIAMOLA FINITA CON IL DIVORARCI A VICENDA: sarà divertente.
Nessun commento:
Posta un commento