da "Il ragazzo morto e le comete" di Goffredo Parise.
"Lui aveva quindici anni; mi diceva sempre che ero il suo più grande amico. Era così, infatti´; chi ci vedeva mai se non a braccetto insieme? A casa mia, in giro per le strade, al cinema, seduti sotto i monumenti con un gelo maledetto, in bicicletta uno sopra l'altro, dappertutto. Nessuno ci ha mai visti sulla bicicletta di mia madre? Nessuno? Peccato! Le biciclette da donna mancano del tubo trasversale e non ci si può andare che da soli; ma noi avevamo trovato la maniera di viaggiare insieme: io guidavo mentre lui stava in equilibrio sul manubrio, pronto a saltare a ogni cunetta. Andavamo per le strade vicino alla stazione, tutte una buca per le bombe che le avevano squassate e per le macerie che le ingombravano."
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